Washington, 29 aprile 2016 - Aids o droga. O entrambe. Cosa ha ucciso Prince? Le ultime indiscrezioni apparse sui tabloid americani parlano del cantante come un uomo malato, gravemente sottopeso. Secono lo Usa National Enquirer sarebbe arrivato a pesare addirittura 36 chili. Ma accanto all'ipotesi di una patologia, (avrebbe contratto l'Hiv negli anni 90, sviluppando l'Aids solo recentemente) si fa sempre più ingombrante la ricostruzione che mette al centro della vicenda gli oppiacei. Prince ne faceva uso. Proprio un'overdose di antidolorifici, secondo alcune fonti, avrebbe costretto la popstar a un ricovero qualche giorno prima di morire.
L'inchiesta conferma: addosso alla popstar e nella sua casa sono state trovate delle prescrizioni. L'hanno rivelato alla Cnn le autorità di Minneapolis che hanno chiesto l'intervento della Drug Enforcement Administration (Dea), l'agenzia federale antidroga. Le pillole sarebbero comuni antidolorifici. Ma se ci sia un legame fra le medicine e il decesso, è ancora da stabilire. Per cosa le prendeva Prince? Quelle ricette hanno a che fare con la malattia? Tante domande e poche risposte sulla fine del 'folletto' , mentre si attendono i risultati degli esami tossicologici che forse diranno qualcosa in più su quella notte.
Che non si sia trattato di un suicidio è una certezza. Com'è certo che Prince sia morto da solo, in un ascensore della sua tenuta di Paisley Park alle porte di Minneapolis. Non dormiva da 154 ore, ovvero più di 6 giorni. Perché?
La Nbc ha reso noto che "la Dea stabilirà da dove venivano i medicinali e di quali ricette Prince era in possesso". Per ora è trapelata la notizia che la popstar fosse dipendente dall'antidolorifico Percocet, che prendeva dal 2009 per alleviare un dolore all'anca (risultato, secondo la sua batterista Sheila E. - Sheila Escovedo, ndr - di "anni e anni di salti dalle casse acustiche indossando i tacchi alti". C'entra davvero la gamba o c'entra l'Aids? Oppure, come è stato anche detto, Prince si drogava per l'ansia del palco? L'avvocato del cantante, L. Londell McMillan, nega: non era un tossico. Perché allora così tanti farmaci?