Venerdì 27 Settembre 2024
ELENA G. POLIDORI
Politica

Scuola, Cantone boccia il governo: "Illegittima la proroga degli appalti"

L’Anac: i servizi per la pulizia degli istituti andavano messi a gara

Raffaele Cantone, presidente dell'autorità anticorruzione

Raffaele Cantone, presidente dell'autorità anticorruzione

Roma, 20 aprile 2016 - Raffaele Cantone, presidente dell’Anac, boccia la legge sulla «buona scuola» siglata dal governo Renzi che ha prorogato appalti per 1,63 miliardi per la pulizia delle scuole pubbliche italiane. L’Autorità ha rilevato che la legge, considerata dal premier come un fiore all’occhiello per il rilancio della scuola pubblica, è stata scritta in violazione a norme molto stringenti relative agli appalti pubblici, anche di caratura europea. In una relazione inviata allo stesso governo, Cantone scrive: «Nella legge sono stati affidati appalti in deroga alla disciplina nazionale ed europea sugli appalti, sottraendo al libero confronto concorrenziale commesse pubbliche anche di rilevanza comunitaria, per un ampio arco temporale e su tutto il territorio nazionale».

LA STORIA inizia nel 2012 quando la Consip (che fa gli acquisti centralizzati per lo Stato) indice la gara per selezionare le imprese di pulizia per le scuole. Il bando divide il territorio italiano in 13 lotti e, alla fine, 6 società si aggiudicano tutti i lotti, ad eccezione di quelli relativi alla Sicilia e alle province di Napoli e Salerno, che vanno deserti. Poco tempo dopo, però, l’Antitrust apre un’istruttoria sulla gara per fare chiarezza sulle offerte, ed emerge che le società avrebbero vinto grazie a un accordo illecito, in violazione della normativa a tutela della concorrenza. Ovvero, facendo cartello. Ma proprio mentre l’Antitrust indagava, il Parlamento varava il provvedimento sulla scuola, con cui si stabiliva che, nelle zone dove esistono convenzioni Consip per la pulizia, si adoperano quelle già esistenti estendendole dal luglio 2015 al luglio 2016. In pratica, si tratta di una proroga, benchè la legge le vieti esplicitamente per gli appalti pubblici. A quel punto, alcuni deputati di Alternativa Libera hanno chiesto l’intervento di Anac e governo.

IN PRIMA battuta, l’Autorità ha risposto che avrebbe inviato «alla procura competente» la documentazione, mentre dal governo nessun fiato. E tutto sarebbe rimasto così se Cantone, sollecitato ancora sul tema, non avesse cambiato del tutto idea intimando, proprio ieri, al governo di rivedere la decisione presa con la proroga. Alcune fonti governative hanno fatto trapelare che la proroga era stata decisa, all’epoca, «per salvaguardare l’occupazione». Ma anche su questo l’Anac ha puntato il dito, sottolineando che, se l’obiettivo fosse stato quello, si sarebbe potuta usare la cosiddetta «clausola sociale»: cambiano le ditte, ma non i lavoratori. Invece, rileva l’Anac, il governo ha consentito ai prestatori di servizi di continuare a «mantenere le storiche posizioni di mercato, consolidate nel tempo dalle suddette proroghe». In barba ad ogni regola di mercato e di trasparenza.