Giovedì 26 Dicembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Brexit, i leader europei: "Gran Bretagna subito fuori"

L'Europa si rialza dopo l'esito del referendum. Il presidente del cosiglio Ue: "Determinati a mantenere la nostra unità a 27". Renzi: "Il mondo che verrà ha bisogno d'Euroopa". Dure le parole della Merkel: "Taglio netto"

Donald Tusk, presidente del Consiglio Ue, e la cancelliera tedesca Angela Merkel (Afp)

Roma, 24 giugno 2016 - L'Europa reagisce dopo l'esito del referendum sulla Brexit. L'Ue è intenzionata a chiudere nel più breve tempo possibile le pratiche di 'divorzio' dalla Gran Bretagna. "Ci aspettiamo che il governo britannico dia effetto alla decisione del popolo britannico il più presto possibile per quanto tale processo possa essere penoso: ogni ritardo prolungherebbe un'incertezza non necessaria", hanno detto con durezza i quattro presidenti delle isitituzioni Ue Juncker, Schulz, Tusk  e Rutte in una comunicazione congiunta.

I quattro presidenti hanno sottolineato che le regole per la procedura d'uscita esistono e che si tratta di un percorso "ordinato". "Siamo pronti a lanciare rapidamente negoziati con il Regno Unito sui termini e le condizioni per il suo ritiro dalla Ue: fino a quando tale processo negoziale non sarà finito, il Regno Unito resta membro della Ue con tutti i diritti e gli obblighi che ne derivano". In sostanza, i Trattati che il Regno Unito ha ratificato indicano che "la legge Ue continua a essere applicata in pieno al Regno Unito e nel Regno Unito fino a quando sarà membro della Ue".

MERKEL - Merkel, Hollande e Renzi si sono sentiti telefonicamente questa mattina per decidere le prossime mosse. "Lunedì sarò a Berlino dove incontrerò la cancelliera tedesca Merkel, il premier Renzi e il presidente del Consiglio Ue Tusk", ha detto il presidente Hollande. I vari leader hanno poi preso parola singolarmente. Duro il commento della Merkel, che ha definito questa decisione "un taglio netto" e un "colpo all'Europa e al processo d'integrazione europea". "Ma ora dobbiamo cercare di affrontare la situazione con calma per prendere le giuste decisioni", ha precisato.

RENZI - Anche il premier Renzi, verso l'ora di pranzo, è intervenuto da Palazzo Chigi per commentare i risultati di questa notte. "L'Europa è la nostra casa, la casa nostra e dei nostri figli e nipoti". "Lo diciamo oggi più che mai, convinti che la casa vada ristrutturata, forse rinfrescata ma è la casa del nostro domani". Il premier ha poi continuato: "Le istituzioni europee sono nella condizione di garantire con qualsiasi mezzo la stabilità del sistema finanziario e la sicurazza dei risparmiatori". "Il mondo ha bisogno molto dell'Ue, di un'Europa del lavoro, del coraggio, della libertà, della democrazia. In un parola il mondo che verrà ha molto bisogno dell'umanesimo europeo", ha poi concluso.

TUSK - L'Unione europea "è determinata a mantenere l'unità a 27", aveva invece commentato a caldo il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk che invita a non cedere a a "isteriche reazioni" e a mantenere i nervi saldi. I politici e i leader europei cercando di rassicurare dopo il voto con cui il popolo britannico ha scelto il "Leave" che ha prevalso con il 51,9% delle preferenze. Parla di un "momento politicamente drammatico il presidente del consiglio Ue Donald Tusk. "Oggi, a nome dei ventisette leader, affermo che siamo determinati a garantire l'unione come ventisette", ha detto Tusk. "Non bisogna nascondere che volevano un altro risultato. Sono consapevole della drammaticità del momento politico, e non è facile prevedere le conseguenze politiche di questa decisione, soprattutto per il Regno Unito", ha aggiunto. L'Unione europea, ha continuato, "è preparata anche per questo scenario negativo" e "tutte le procedure per il ritiro del Regno Unito dalla Ue sono chiare e scritte nei Trattati". Ancora: "Quello che non ci uccide ci rende più forti". Il presidente del Consiglio europeo ha convocato un vertice "informale" dei leader dell'Ue senza il premier britannico, che si terrà a margine del summit dei capi di Stato e di governo dell'Ue in programma il 28 e il 29 giugno. "Convocherò un meeting informale dei ventisette - ha detto - e proporrò una riflessione sul futuro della nostra unione".

VIDEO - Gioia o sconforto: le reazioni via Twitter

SCHULZ - Il presidente del parlamento europeo Martin Schulz  ai microfoni di Skytg24 si è detto "molto deluso e triste". "E' una brutta notizia. Basti pensare al subbuglio dei mercati sulla valuta britannica".  "I messaggi di insoddisfazione", ha continuato, che provengono dalla Gran Bretagna "si verificano anche in altri Paesi". "Ora prevedo che il governo britannico prenda sul serio la volontà degli elettori e che si comincia a negoziare l'uscita in base all'art. 50 del Trattato", ha sottolineato Schulz.

PRODI - E ai microfoni di Radio Vaticana  esprime il suo rammarico anche Romano Prodi: "Male, molto male!", ma "andiamo adagio a parlare di dissoluzione". "Certamente è un segnale fortissimo sia per Bruxelles, per una politica che non si è resa conto dei problemi di tutti, sia anche per la stessa Gran Bretagna che potrà avere anche dei momenti di tensione interna estremamente forte e questo proprio per la diversità con cui si è votato". "Sono andato a dormire con la tranquillità che la Gran Bretagna rimanesse nell'Unione e questa mattina mi sono svegliato con la consapevolezza che tutto era diverso. Poi discuteremo di tutte le conseguenze nel breve periodo, delle Borse che scendono, anche se questo mi preoccupa fino a un certo punto, perché credo che le conseguenze economiche non siano grandissime", assicura l'ex presidente della Commissione Ue. "Ma questa Brexit - avverte - è il grande segnale del malessere non nei confronti dell'Europa, ma di tutta la politica che viene fatta oggi, ovunque". Per Prodi, "da tutte le notizie che arrivano dal Regno Unito si vede che sostanzialmente abbiamo la stessa distribuzione. Che abbiamo ovunque in Europa, tra i partiti tradizionali e i partiti populistici: nel centro città le persone più sicure e più tranquille hanno votato per rimanere in Europa, ma il resto del Paese ha votato per uscire. E la Gran Bretagna e' molto tipica di questa differenza, perche' la distanza che vi è nel tenore di vita e nelle prospettive del futuro fra Londra e il resto del Paese è elevatissima! Noi abbiamo sistemi politici che non rispondo a quelle che sono le esigenze della gente".