Milano, 16 maggio 2016 - SI MUOVONO in un universo economico in continua espansione, che sembra lontano dai tradizionali circuiti fisici-produttivi, a cui siamo abituati ad associare il mondo del lavoro. Eppure i blogger sono un esercito di oltre 500mila persone (solo in Italia) che incrementano il nostro fatturato. Il fenomeno ha iniziato a prendere vita in America a fine anni Novanta, grazie allo sviluppo di un software che ha permesso la pubblicazione di informazioni private su una piattaforma creata in modo indipendente ed economico, da un qualsiasi utente.
NEI BLOG ci si racconta e la fiducia del pubblico arriva nel momento in cui si crea un’immagine accattivante di se stessi e del proprio modo di vedere il mondo e vivere esperienze. Non sono rilevanti certificazioni professionali, né tantomeno lauree o master per essere un autorevole blogger.
I principali motivi che spingono soprattutto i giovani ad aprire un blog sono legati alla passione per la scrittura e alla volontà di esprimere giudizi personali e comunicare le proprie passioni, condividendole con amici virtuali dai gusti simili. Poi c’è chi li guarda come un modo di dare informazioni indipendente e creare dibattito (il caso di Beppe Grillo) e chi, stimolato dal facile guadagno, li guarda come un’opportunità di lavoro alternativa. Parlare di moda, cibo e viaggi offre infatti oggi la possibilità di crearsi una propria identità lavorativa.
Il caso più eclatante è quello di Chiara Ferragni (29 anni di Cremona), che per gioco ha iniziato a mostrare i suoi look, prima sulla piattaforma «Lookbook» e poi sul suo blog «The Blonde Salad» arrivando in pochi anni ad essere incoronata regina dei fashion-blogger e fatturando più di 10 milioni di euro all’anno. Motivo per cui, da blogger è passata a essere influencer (e imprenditrice): persona in grado di influenzare il gusto e quindi gli acquisti di milioni di persone. E ora dice di guadagnare più con la sua linea di scarpe che con il blog, anche se nel 2015 è stata premiata ai Bloglovin’ Awards.
Il blog è quindi una sorta di nuovo curriculum virtuale, su cui sono descritti in modo più o meno ‘autentico’ i nostri gusti e capacità comunicative, commerciali, relazionali.
UN MEZZO che per un’azienda può essere veicolo di guadagno nel momento in cui sceglie un blogger come suo testimonial. Ed ecco nascere i nuovi esperti in campo di gastronomia, lifestyle, economia, viaggi che nel linguaggio della rete sono food-blogger, wine-blogger, fashion-blogger, economy-blogger e travel-blogger, figure che offrono alle aziende consulenze, nuove strategie di marketing e l’opportunità di essere connessi con tutto il mondo a qualsiasi ora del giorno e della notte.
CONDIVISIONE è la parola chiave di un blogger, che condivide in Rete post (immagini, articoli, video), hashtag (parole chiave che indirizzano la domanda all’offerta) e beni commerciabili. Ma ogni blog, per essere accattivante agli occhi di uno sponsor, deve essere sostenuto da un consistente e sempre crescente numero di follower (seguaci-lettori) che certifichino l’efficacia e la qualità del blog stesso.
Chiara Maci, food-blogger prima di «Sorelle in Pentola» poi giudice di un noto format gastronomico televisivo è in grado di stuzzicare l’acquolina alle sue lettrici (oltre 191mila seguaci solo sulla piattaforma Instagram) non solo grazie alle sue sfiziose ricette, ma anche grazie ai suoi look modalioli o agli oggetti che sceglie per arredare la tavola: «Che marca di rossetto usi?», chiedono le sue follower ed ecco che da una semplice domanda della rete… il marketing è servito (in pentola).