Una necropoli sotto gli Uffizi, il tempio di capolavori del calibro di  ‘Venere che nasce dalle acque’ del Botticelli e del ‘Tondo Doni’ di Michelangelo. Sessanta scheletri non meglio identificati, ancora sepolti (in fretta e furia, pare, causa epidemia di peste), tornati alla luce nell’ambito degli scavi per il raddoppio della prima Galleria fiorentina.  “Una delle novità più rilevanti emerse nell’ambito delle opere previste dal  maxi progetto Nuovi Uffizi a Firenze”, recitano i comunicati. E qui sta il dettaglio più sconvolgente: non tanto il fatto che quel cantiere sia aperto da decenni, ma che sotto al museo dei musei si nasconda una piccola Pompei. Pochi ricordano, infatti, che l’idea dei Grandi Uffizi risale al lontano 1965, progetto bloccato dall’alluvione dell’anno successivo, per essere ripreso fra il 2004 e il 2006, con la posa della prima pietra di quelli detti, all’epoca, i ‘Grandi Uffizi’.

Ora la scoperta di un cimitero di tarda età romana, ovvero databile intorno al V-VI secolo d.C.,  durante i lavori nell’area sottostante il salone di lettura della Biblioteca Magliabechiana, proprio accanto a piazza del Grano ancora monca della sua ‘pensilina’ di Isozaki, riporta in auge gli scavi archeologici, ‘regalandoci’ un’inaspettata istantanea di una catastrofe di proporzioni immani che colpì Firenze in età altomedievale. Una catastrofe che ha sicuramente contribuito al noto lungo periodo di decadenza della città.

Con la fine del 2013 è scaduto l’accordo ‘Renzi-Bondi’, in base al quale l’allora ministro della cultura concedeva che 4 milioni di introiti provenienti dai biglietti degli Uffizi fossero spesi in progetti condivisi dalla città. La scelta fu di destinare quella cifra al proseguimento dei lavori per l’ampliamento degli Uffizi. Il 31 dicembre il sindaco ha scritto così all’attuale ministro Massimo Bray per proporre una nuova edizione, riveduta e corretta, di quell’accordo con il Governo: «Ho chiesto che un milione di euro continui ad essere destinato al cantiere dei Nuovi Uffizi – le parole di Renzi -, due milioni vadano al Museo del Novecento e al Forte Belvedere e il restante al museo di Palazzo Vecchio». Massima allerta: forse gli scheletri stanno per svegliarsi.

[email protected]

blog.quotidiano.net/cini /