Modena, 21 maggio 2016 - «VOGLIAMO capire cosa abbia portato nostra figlia a fare una cosa del genere o quali amicizie deviate l’abbiano convinta a contattare anche personaggi sconosciuti. È sempre stata una brava ragazza, studiosa e con pochi grilli per la testa. Al massimo esce con le amiche per mangiare una pizza e di soldi non ne aveva bisogno». Così il padre della 16enne che, nei giorni scorsi, ha scoperto le immagini e i video della figlia all’interno de ‘La Bibbia’, la chat e maxi contenitore virtuale di file anche pedopornografici, arrivata come una doccia fredda sulle teste di ignari genitori. «Confidiamo nell’operato del perito e in quello del nostro avvocato, anche se sappiamo che ‘La Bibbia’ è indecrittabile e sarà difficile risalire ai gestori». Poi, il papà coraggio, il primo che, attraverso il caso giunto alle cronache, è riuscito a togliere almeno un ‘mattone’ da un muro insormontabile, rivolge il suo pensiero alle altre famiglie, affinchè il suo appello non resti inascoltato. «Sono contento di aver buttato un sasso in uno stagno che sta diventando sempre più profondo e pericoloso. Spero che l’ allarme lanciato almeno porti a pensare a questo fenomeno dilagante e ad evitare che altre famiglie normali possano restare sconvolte come capitato a noi in questi giorni».
L’AVVOCATO mantiene lo stretto riserbo in questo momento di indagine così delicato ma assicura che si sta facendo tutto il possibile per intervenire. E’ proprio in situazioni come questa che il mondo adulto si accorge che qualcosa ‘sta cambiando’ e si scontra con le nuove generazioni, quelle dei propri figli, individui spesso ‘indecifrabili’ proprio come le chat segrete. Ma l’attenzione è alta tanto che forse, nonostante se ne parli ancora troppo poco, i padri che si improvvisano poliziotti sono tanti. Recentemente un altro papà ha chiesto aiuto ad un pool di investigatori e ad un perito dopo aver trovato numerosi regali nella camera della figlia 14enne, dei quali non era in grado di spiegarsi la provenienza. Ecco perché ha deciso di collegarsi al pc della ragazzina, quando lei era a scuola, in cerca di qualche ‘indizio’. L’uomo ha notato numerosi accessi notturni, ma si è accorto che l’intera cronologia era stata cancellata. Non essendo in grado di risalire ai collegamenti, si è così rivolto ai professionisti. Una volta analizzato il device elettronico, sono spuntati i contenuti cancellati e, a sorpresa, è venuto a galla il traffico di materiale veicolato. Così l’uomo è risalito, non senza stupore e preoccupazione, all’interlocutore segreto della figlia: un commerciante di circa 40 anni al quale la ragazzina, quasi quotidianamente, inviava le proprie immagini senza veli. Il materiale recuperato dal perito forense è finito direttamente nelle mani delle autorità. E chissà quanti genitori, ogni giorno, si imbattono nella choccante scoperta o quante ragazzine, consapevoli solo di aver inviato i propri messaggi ‘piccanti’ ai fidanzati, ritrovano quegli stessi scatti in rete, spesso a causa di vendette architettate dagli ex.
UNA consapevolezza, quella del pericolo della Rete, che probabilmente non appartiene a troppi adolescenti. Come spiegato dall’esperta di informatica Serena di Maggio, i server di queste applicazioni sono all’estero ed è quasi impossibile, poi, risalire ai gestori. «Gli indirizzi Ip dei programmi quasi mai sono in Italia – spiega – anche su Facebook ci sono centinaia di profili falsi. Ma, nel caso de ‘La Bibbia, parliamo di chat fantasma e per entrarvi occorre essere inviati. Il deep internet è sempre più complesso, è una sorta di mondo parallelo e i ragazzi, purtroppo, sono ingenui. Il problema è che qualsiasi cosa finisca in Rete, vi resta ‘intrappolata’».