Venerdì 20 Dicembre 2024

Nello spazio gli astronauti hanno sempre la febbre

La temperatura corporea degli astronauti della ISS è più alta del normale. Si tratta di un'incognita in vista di un futuro viaggio su Marte

(Foto: iStock/3DSculptor)

Uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports rivela che gli astronauti che operano sulla ISS (la Stazione Spaziale Internazionale) sono affetti da una sorta di "febbre spaziale". In sostanza, quando il corpo umano è costretto a vivere a lungo in un ambiente di microgravità, la temperatura interna sale oltre i canonici 37 °C, con conseguenze per la salute tutte da decifrare, soprattutto in previsione della futura missione che dovrebbe portarci su Marte. FEBBRE SPAZIALE La ricerca guidata dall'Ospedale universitario della Charité di Berlino ha coinvolto 11 astronauti, che sono stati monitorati con una serie di sensori durante il loro soggiorno a bordo della ISS. Le misurazioni hanno messo in luce che la temperatura corporea dei membri dell'equipaggio è costantemente aumentata nei primi due mesi e mezzo di missione, stabilizzandosi infine sui 38 °C, un grado in più della norma terrestre. OLTRE IL LIVELLO DI GUARDIA I dati a disposizione degli scienziati mostrano inoltre che durante gli esercizi fisici di routine, necessari ad esempio per contrastare l'atrofia muscolare, il corpo di alcuni astronauti ha raggiunto temperature superiori ai 40 °C, una soglia che sulla Terra è considerata rischiosa per la vita. PERCHÉ LA TEMPERATURA SI ALZA? La "febbre spaziale" è sparita in tempi piuttosto rapidi una volta tornati sul suolo terrestre, ma le informazioni raccolte pongono ulteriori interrogativi su quelli che potrebbero essere i rischi per la salute nel corso di un viaggio verso Marte. "In assenza di peso, i nostri corpi trovano estremamente difficile eliminare il calore in eccesso", ha spiegato il coordinatore della ricerca Hanns-Christian Gunga: nello spazio il sudore fatica a evaporare, riducendo l'efficacia di uno dei meccanismi di raffreddamento chiave per l'organismo umano. EVOLUZIONE DELLA SPECIE Gunga ritiene che il lavoro del suo team non guardi solo al futuro delle missioni spaziali, ma offra anche un possibile colpo d'occhio sul nostro passato. Osservare come reagisce il fisico in condizioni eccezionali, potrebbe infatti permetterci di capire il motivo per cui l'evoluzione ha settato la temperatura ottimale dell'uomo sui 37 °C.