L'inquinamento, il deterioramento dell'ambiente, i prodotti chimici immessi nell'atmosfera stanno provocando danni non solo alla qualità dell'aria che respiriamo: stanno incidendo sulla nostra capacità riproduttiva, riducendo nelle nuove generazioni la produzione di spermatozoi. Lo rivelano una serie di ricerche dell'Università di Padova, utilizzate da Androlife nella campagna contro l'infertilità maschile.
LO STUDIO
Le sostanze inquinanti, specie quelle derivate dalla plastica contenute nelle acque e nei cibi che ingeriamo, finiscono per interferire con l'attività dei nostri ormoni, modificandoli con effetti negativi per il loro corretto funzionamento. Gli agenti chimici agiscono con effetto simil-estrogenico, spiegano i ricercatori italiani che hanno condotto diversi studi sulle patologie andrologiche negli ultimi 20 anni, aumentando le disfuznioni dell'appartato riproduttivo.
MENO SPERMATOZOIL'incidenza di questa sorta di 'contaminazione' è tale che ha causato una diminuzione importante nella produzione di spermatozoi negli ultimi due decenni, circa il 25% riscontrato su un confronto fra mille 40enni e mille 20enni che vivono in zone industriali. L'apparato sessuale del 30% dei ventenni di oggi produce meno spermatozoi (39 milioni contro i 150 milioni della norma), il 10% addirittura può essere dichiarato ipofertile, con 15 milioni di spermatozoi. Chi vive in zone rurali invece sembra non risentire di questi problemi: un altro studio condotto a Padova dimostra che i ragazzi che vivono nei paesini del sud della zona hanno una media di 186 milioni di spermatozoi.
PENE PIÙ PICCOLO
Oltre a questo, la ricerca spiega che nelle nuove generazioni è in atto un cambiamento nella struttura corporea proprio dovuto a un'alterazione dell'equilibrio degli ormoni testicolari (processi che si verificano solitamente in fase embrionale o durante l'adolescenza). I dati emersi nello studio parlano di una crescita degli arti rispetto al tronco, una diminuzione della dimensione dei testicoli e della lunghezza pene (0,9 cm in meno rispetto alla misura media di chi ha 20 anni in più) e un accorciamento della distanza fra i genitali e l'ano. Sono tutti fenomeni già osservati nelle specie animali, che non fanno che confermare l'incidenza dei composti inquinanti sugli ormoni testicolari e di conseguenza sulla nostra struttura corporea.
Mercoledì 25 Dicembre 2024
ArchivioL'inquinamento accorcia il pene e riduce la fertilità maschile