Lunedì 4 Novembre 2024

Tartufo nero in Inghilterra? Non è mai cresciuto così a nord

Ricercatori dell'Università di Cambridge sono riusciti a far crescere un tartufo nero nella campagna inglese: è un ulteriore segno dei cambiamenti climatici in atto

Foto: stevedangers/iStock

Foto: stevedangers/iStock

I tartufi piacciono molto e producono un ottimo giro economico, ma quest'anno ha piovuto pochissimo, nelle aree tradizionalmente vocate alla crescita di questi funghi. Il risultato è che ce ne sono di meno e di piccole dimensioni, un fenomeno che il cambiamento climatico in corso non rende affatto passeggero. Proprio per questa ragione, e giocando d'anticipo, ricercatori dell'Università di Cambridge hanno condotto un esperimento per verificare se fosse possibile trovare nuovi habitat per i tartufi: ci sono riusciti, facendoli crescere in Inghilterra. Mai prima d'ora erano stati colti in zone così settentrionali del pianeta. IL TARTUFO Il tartufo nasce da filamenti funginei che crescono sotto terra, in simbiosi con alcune piante specifiche: da loro ricevono carboidrati, in cambio forniscono minerali e, se le condizioni di umidità sono favorevoli, diventano di ragguardevoli dimensioni e molto saporiti. I territori più adatti a questo fungo sono quelli mediterranei e le eccellenze si trovano in Piemonte, Toscana e nella regione francese di Péridord, realtà economiche che traggono vantaggio dalla possibilità di vendere i tartufi anche a cifre che superano le migliaia di euro al chilo. Il problema è che i cambiamenti climatici stanno impattando negativamente su questa realtà. L'ESPERIMENTO INGLESE L'idea degli esperti dell'Università di Cambridge è stata di verificare se era possibile ottenere tartufi anche fuori dalle aree di produzione tradizionali: tentativo che non aiuta i produttori locali, ma punta ad alimentare un mercato fiorente. I ricercatori sono andati in Francia, nella regione di Périnord, e hanno recuperato filamenti di Tuber melanosporum, varietà pregiata di tartufo nero. Poi li hanno depositati tra le radici di una piccola pianta di rovere mediterraneo, che è stata successivamente interrata in Inghilterra, nella campagna intorno a Cambridge: era il 2008 (i tartufi impiegano moltissimo a crescere). Alcuni anni più tardi ecco la sorpresa: non solo il rovere era sopravvissuto, e non era scontato che accadesse, ma un cane appositamente addestrato ha anche consentito di raccogliere un tartufo di 16 grammi. E ORA? I risultati dell'esperimento, pubblicati sulla rivista Climate Research, sono stati accolti con interesse: non tanto perché si possa avviare immediatamente una produzione locale di tartufi, quanto perché testimoniano che i cambiamenti climatici stanno rendendo possibili coltivazioni che in precedenza non erano nemmeno pensabili, in certe zone geografiche. L'aspetto determinante, in termini economici, non è però stato affrontato: non sappiamo cioè quanto è buono il tartufo e se può crescere in abbondanza. L'esemplare di Cambridge è stato messo da parte, in modo da preservarlo per la posterità, ma il fatto che un cane da tartufi l'abbia trovato è già un indicatore del fatto che il profumo è quello giusto. Per conoscerne la qualità, invece, bisognerà attendere nuove raccolte. Leggi anche: - Rye whiskey, il trend è inarrestabile - Quale rum vale la pena di assaggiare? - Il miglior pub irlandese del mondo è a Roma