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GLORIA CIABATTONI
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San Valentino 2017, idee per una cena romantica

Dall'antipasto al dolce un menù a prova anche di cuoca inesperta San Valentino comincia a colazione

Arista di maiale all'arancia

Bologna, 12 febbraio 2017 - Quando l’invito alla cena di San Valentino viene da una donna, si suppone che si tratti di una cuoca provetta, altrimenti chi glielo fa fare di prendersi una simile incombenza? Ma a volte, anche se non sì è appassionate di fornelli, nell’entusiasmo della festa di San Valentino ci si può lasciar scappare una parola, un mezzo invito, che l’innamorato prenderà subito per buono, così ci si troverà simpaticamente intrappolate, anche se la nostra esperienza non è degna neppure della Prova del cuoco. Ecco quindi piatti semplici per chi ha tanta buna volontà ma poco tempo e poca esperienza. In premessa, informarci sui gusti dell’ospite, su eventuali allergie intolleranze e così via. Se non ci sono particolari controindicazioni, al via un menù con antipasto, primo, contorno, secondo e anche dolce! Pizzette e salumi, tagliatelle  ai funghi, arista all’arancia con purè di patate, e Torta del 3. Teniamo presente che anche se l’ospite non ha problemi con i cibi, insomma mangia di tutto, non per questo dovremo appesantirlo con fritti e intingoli, salvo dover poi brindare con il digestivo. Da bandire anche aglio e cipolla crudi (cotti vanno bene) che non aiutano certo la digestione e la profumazione dell’alito. Quindi ecco qualche idea per una cena buona, saporita (a San Valentino niente dieta per piacere) e digeribilissima. Perché poi dopo la cena la serata continua. Come antipasto pizzette di pasta sfoglia. Basta comprare quella preconfezionata (io preferisco la rettangolare, si ricavano agevolmente almeno una dozzina di quadratini, dipende dalla dimensione) e toglierla dal frigo almeno 20 minuti prima dell’utilizzo. Tagliare i quadratini sulla carta da forno in dotazione e mettere il tutto in una teglia. Mentre si accende il forno a 180 gradi (leggere sulla confezione) guarnirne metà con cubetti di mozzarella (mozzarella vera non i preparati per pizza che, a leggere ingredienti e composizione, non sono vera mozzarella), pomodorocapperi e acciughe, e mettere sulla rimanente metà dei quadratini mozzarella e prosciutto cotto). Infornare per almeno 20 minuti, dipende dal forno quindi  è bene tenere d’occhio la cottura. Le pizzette vanno servite tiepide. Se ci sembra poco, possiamo portare in tavola un vassoietto di salumi misti accompagnati da pane non troppo condito. E mentre le pizzette si cuociono è il momento di far bollire abbondante acqua in una pentola, salarla quando comincia a bollire e gettarvi le tagliatelle. Che condiremo con un sugo di funghi porcini, o misti a seconda delle preferenze. Se comprate la pasta fresca considerate circa 80 gr. a persona. Se preparate la sfoglia, la dose per due è di un uovo e 100 gr. di farina di grano tenero 00. Se la pasta, impastandola, è dura aggiungere un mezzo guscio d’ uovo di acqua. Quando l’impasto è liscio, avvolgerlo nella pellicola trasparente e farlo riposare per circa 30 minuti in un luogo fresco e asciutto. Tirare la sfoglia con il matterello su un tagliere di legno, infarinato, e quando sarà abbastanza sottile formare un rotolo e tagliarlo come se si affettasse il pane, solo che le strisce saranno sottili, dipende da quanto larghe vogliamo le tagliatelle. Per il sugo, se si usano funghi freschi calcolarne 4-500 grammi, perché una volta puliti e cotti calano. La stessa cosa si può dire se si usano funghi surgelati, in questo caso però leggere bene la confezione. I funghi vanno saltati in padella, per una ventina di minuti, con un goccio di olio evo, uno spicchio d’aglio che poi si toglierà, una spruzzata di vino bianco, un pizzico di sale. Verso fine cottura ci sta bene un cucchiaio di prezzemolo tritato. A me pace anche il peperoncino, ma dipende dalle preferenze soggettive. Scolate le tagliatelle, mettetele nella teglia coi funghi, mescolate bene, aggiungete se serve in filo di olio crudo e portate in tavola del parmigiano grattugiato. A seconda dei gusti, per mantecare si possono usare anche un paio di cucchiai di panna (anche in questo caso dipende delle preferenze personali). Le tagliatelle sono da servire calde sennò si incollano. E veniamo al pezzo forte, l’arista di maiale all’arancia. Facilissima. Occorre un pezzo di arista da 400 gr. (sembrano molti per due persone ma la carne cala in cottura, e poi sarà tanto buona che si farà il bis!) che lardelleremo con un trito di pancetta o un poco di salsiccia sbriciolata. Questo perché la carne magra può essere un poco stopposa, e poi questo mini ripieno quando si tagliano le fette è anche bello da vedere oltre che buono. Si farà rosolare carne con olio e burro (pochissimi) e un trito di cipolla e carota (poco). Se aggiungiamo il rosmarino, togliamolo prima che gli aghi si stacchino dal rametto. Una volta dorata la carne, e ben girata, sfumare con il vino bianco, aggiungere pochissimo brodo (anche preparato con il dado) e il succo di un’arancia (se il frutto è troppo dolce aggiungere un po’ di succo di limone). Far cuocere a fuoco medio per un’ora circa (se si usa il forno, a 200 gradi) aggiungendo un po’ di brodo all’occorrenza. Poi lasciare intiepidire, tagliare la carne a fette, metterci sopra un po’ di sugo calco e portare in tavola il rimanente intingolo in una salsiera. Accompagnare con purè di patate. Ed eccoci al dolce. Anche questo facilissimo, la ”torta del 3”. Servono 300 gr di ricotta, 300 gr di zucchero, 300 gr di farina, 300 gr di gocce di cioccolato (potete usare una tavoletta di cioccolato tagliata a pezzettini ) 3 uova, 30 ml di latte,1 bustina di lievito per dolci. Impastare il tutto, far cuocere in forno preriscaldato: se statico a 180° per 35-40 minuti, ventilato per 160° per 30 minuti. Una volta sfornata la torta e intiepidita, si cospargerà la superficie con lo zucchero a velo aiutandoci (ecco la finezza!) con un disco decoratorte (questi dischi con diverse decorazioni si comprano nei negozi di casalinghi e ai supermercati, costano pochissimo, sono lavabili e riutilizzabili) per avere sul nostro dolce tanti bei cuoricini di San Valentino. La torta, soffice, è buona così, ma se si vuole sfiorare la perfezione si può preparare una crema inglese (più liquida di quella pasticcera) da portare a parte in una bella ciotola, e da versare sulle fette di torta. Come vino di accompagnamento un Marsala, o un Passito, o un Aleatico dell’Elba o se si vuole andare in Francia, un Sauterne. Durante il pranzo ci sta bene un rosso leggero, anche se personalmente preferisco le bollicine nostrane a tutto pasto.

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