Martedì 5 Novembre 2024

C'è un essere vivente che ha due cuori

Il cuore dei ragni di mare non riesce a pompare ossigeno in tutto il corpo. E allora serve l'aiuto di un altro organo "pulsante": l'intestino

Un esemplare di ragno di mare (Foto: RibeirodosSantos/iStock)

Un esemplare di ragno di mare (Foto: RibeirodosSantos/iStock)

Sembrano in tutto e per tutto dei ragni, sebbene in realtà zampettino con i loro lunghi arti nelle profondità degli abissi. Eppure l'aspetto aracnoide non è l'unica singolarità dei cosiddetti ragni di mare: una ricerca pubblicata su Current Biology spiega infatti che l'intestino di queste creature ha il compito di pompare ossigeno nell'organismo, svolgendo in parte il lavoro che dovrebbe fare il cuore. BREVEMENTE: COSA SOGNO I RAGNI DI MARE Il loro nome scientifico è in realtà Pycnogonida, un raggruppamento di artropodi che include centinaia di specie marine, grandi fino a venticinque centimetri. Hanno un corpo piccolissimo e quattro zampe lunghissime, una caratteristica che all'occhio umano li rende davvero simili ai ragni. Tuttavia, la classificazione di questi animali è incerta: insomma, non si sa ancora bene quanto siano realmente imparentati con i voraci aracnidi che popolano le terre emerse. UN CUORE NON BASTA Il biologo H. Arthur Woods, dell'Università del Montana, ha studiato i ragni di mare in Antartide, nell'ambito di una ricerca sul "gigantismo polare", il fenomeno per cui alcune specie diventano più grandi quando si trovano nelle acque ghiacciate. Qui ha avuto modo di osservare che il cuore di questi artropodi batte in modo molto debole ed è incapace di spingere il sangue al di fuori del torace. INTESTINO PULSANTE Mettendo a confronto dodici specie provenienti dall'Antartide e dagli Stati Uniti, Woods e il suo tema hanno scoperto che le mancanze del cuore sono colmate dall'intestino. Era già noto che nei Pycnogonida l'apparato digerente si estende fino agli arti, riempiendo una grossa fetta del volume interno dell'organismo. Gli esperimenti dei ricercatori hanno dimostrato che i movimenti peristaltici dell'intestino (ossia la pulsazione dei muscoli intestinali) pompano il sangue dove normalmente non arriverebbe, facendo così circolare l'ossigeno anche nelle zampe. LA NATURA È BELLA PERCHÉ È VARIA Oltre ai ragni di mare, è possibile che anche altre specie sfruttino l'intestino come pacemaker subacqueo, ma l'ipotesi dovrà essere corroborata da ulteriori indagini. Sarà inoltre interessante, dicono i ricercatori, decifrare il percorso evolutivo che ha portato a questa "anomalia", che dimostra per l'ennesima volta come la natura trovi soluzioni spesso fantasiose per portare avanti la vita.