Sabato 21 Dicembre 2024

Riserva naturale Torbiere d'Iseo e caccia: "Il Tar fa chiarezza"

Brescia. La sentenza dei primi di settembre regala un'altra vittoria a chi si batte per la tutela dell'area, riferisce la Lega per l'abolizione della caccia (LAC)

Alcuni capanni nella Riserva

Brescia, 4 settembre 2017 - La sentenza n. 1076 del T.A.R. di Brescia,  pubblicata il 1 settembre scorso, ha regalato una nuova vittoria a chi combatte da anni per una effettiva tutela della Riserva naturale delle Torbiere del Sebino. I giudici hanno respinto in blocco l’articolato ricorso presentato dai cacciatori “capannisti” , finalizzato a contrastare i provvedimenti di revoca di una parte degli appostamenti di caccia galleggianti, realizzati per abbattere gli uccelli acquatici, presenti sul lago d’Iseo proprio davanti alla Riserva. Un altro successo per il patrimonio naturale e della giustizia contro l’arroganza dei cacciatori, che corona la lunga battaglia che la Lega per l’Abolizione della Caccia (LAC) e il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus hanno combattuto a colpi di solleciti ed esposti alla magistratura e alle amministrazioni pubbliche competenti. E' quanto riferisce una nota della LAC.   Un'ulteriore conferma della legittimità di questa campagna, già implicitamente riconosciuta dall’intervento della Commissione Europea, che su  richiesta della LAC aveva voluto verificare l’applicazione della Direttiva “Habitat". In seguito all’intervento europeo l’Ufficio territoriale regionale di Brescia aveva revocato una parte degli appostamenti di caccia che cinturano l’area protetta, ma contro questa decisione sono insorti i proprietari. La battaglia è però ancora aperta, perché attorno alle Torbiere esistono ancora molti, troppi appostamenti terrestri la cui esistenza contrasta con la normativa comunitaria che prevede una approfondita valutazione dell’incidenza complessiva di tutte le attività capaci di influire sulla conservazione dei Siti "Natura 2000”, tutelati ai sensi della direttiva comunitaria sulla protezione degli Habitat naturali, si legge ancora nella nota dell'associazione.   "E c’è anche un altro capitolo aperto. In primavera la presidente dell’ente gestore della Riserva, aveva cancellato le convenzioni per la vigilanza attivate con le associazioni ambientaliste (Lac, Legambiente e Oipa), e questo dopo 700 ore di servizio svolte a costo quasi zero nel 2016. Nonostante vari solleciti per riattivarle, la presidente ha preferito attendere il pronunciamento del TAR, e adesso che la sentenza è arrivata, favorevole alla tutela della Riserva, ci chiediamo se intenda procedere", conclude la nota della LAC. Per contatti con la nostra redazione: [email protected]