Giovedì 26 Dicembre 2024

"I sentieri di montagna sono vietati a biciclette e mountain bike"

Trento. Nel corso di un incontro sulla gestione dell'orso bruno, l'assessore Dallapiccola ha ribadito, dinanzi alle associazioni, il divieto. I ciclisti possono compromettere la convivenza con i plantigradi

Orso bruno

Trento, 20 maggio 2017 - Si è svolto il 15 maggio 2017, presso il Centro Vivaistico Forestale di Casteller (Trento), l’incontro sulla Gestione dell'orso bruno e dei grandi carnivori in provincia di Trento - Tavolo di Partecipazione e Informazione. All’incontro erano presenti  Claudio Groff,  Maurizio Zanin e Michele Dallapiccola, assessore all’agricoltura, foreste, turismo, promozione, caccia e pesca della provincia di Trento. Per la componente ambientalista e/o animalista erano presenti le associazioni ENPA rappresentata da Antonio Russi, Flama d’Anaunia da Ivana Sandri, LAC da Caterina Rosa Marino, LIPU da Sergio Merz e il Comitato per l’orso rappresentato da Francesco Mongioì.

Tra i diversi contenuti affrontati è stata espressa la netta contrarietà delle associazioni all’invadente presenza delle biciclette e delle mountain bike (anche a motore) in zone interne ai parchi naturali ed altre aree protette e sui sentieri non autorizzati al loro passaggio. Le biciclette, in ogni loro declinazione, sono veicoli e rispondono al codice della strada e a questo riguardo l’assessore Dallapiccola ha ritenuto di confermare, ove ve ne fosse bisogno, che le strade e i sentieri di montagna sono tutti interdetti alle biciclette e alle mountain bike e ad ogni altro tipo di veicoli tranne quelli esplicitamente autorizzati. Significa che i veicoli a motore o a pedale rispondono alle norme sul traffico veicolare e non possono percorrere alcun sentiero di montagna dentro e fuori i parchi e zone protette a meno che non sia manifestamente concesso il passaggio tramite appositi segnali e cartelli esplicativi. Fermo restando che anche dove detti percorsi sulle biciclette sono consentiti è ovvio che non debbano recare pericolo e disturbo agli escursionisti a piedi e alla fauna selvatica o al patrimonio botanico.

"Non dovrebbe essere necessario ricordarlo ma così come è vietato rubare è altresì vietato derubare i nostri figli del diritto a godere anche in futuro di un paesaggio tutelato e garantito da leggi rigorose. Rammentiamo, inoltre, che in ogni zona frequentata da orsi si raccomanda di non coglierli di sorpresa, di non avere cani al seguito o di tenerli rigorosamente al guinzaglio, e di non correre né a piedi né, tantomeno, in bicicletta. Piombare all’improvviso a ridosso di orsi non è salutare e neppure il comportamento più opportuno. Occorre, per il bene di tutti, che gli umani diano agli animali il tempo di ascoltare i rumori prodotti camminando (campanello, chiavi, parlare, canticchiare), di percepire l’odore d’uomo, in tal modo non ci sarà alcun contatto con l’orso, perché l’animale  fuggirà molto prima: ricordiamoci che questo grande plantigrado ci teme e preferisce evitarci", ricordano le associazioni in una nota. "Consentire l’uso di biciclette in zone frequentate da orsi significa assumersi la responsabilità di scontri/incontri con gli orsi che, presi di sorpresa e senza possibilità di fuggire, attuano comportamenti di difesa che possono apparire e talvolta diventare aggressivi. Non si potrà dare alcuna colpa all’orso, perché nessuno obbliga il biker a piombare all’improvviso addosso a un orso o peggio a trovarsi tra mamma orsa e i suoi cuccioli. Quindi quale ente pubblico o privato, quale istituzione pubblica vorrà assumersi la responsabilità di aprire a veicoli veloci e invasivi dei percorsi che penetrano all’interno dell’areale dell’orso?" interrogano le associazioni.

"Ultima notazione: segnaliamo che laddove si è fatto esplicito divieto di usare le biciclette in zone naturali di particolare pregio si è realizzata una selezione naturale del turismo optando per un turismo di qualità, più rispettoso e scrupoloso, per amanti della natura e degli animali, rinunciando invece agli avidi consumatori di vacanze mordi e fuggi, “parsimoniosi” con i propri denari, irrispettosi, rumorosi, invadenti e assai poco graditi dalle amministrazioni che intendono qualificarsi tra le zone del mondo dove la natura trova i suoi santuari e non degli squallidi Luna Park", conclude la nota. Per contatti con la nostra redazione: [email protected]