Nizza, 16 luglio 2016 - L'Isis ha rivendicato l'attentato terroristico compiuto giovedì sera a Nizza attraverso la propria agenzia di stampa Amaq, che cita "fonti di sicurezza". , E' stato "un soldato dello Stato islamico e ha risposto agli appelli che incitavano a colpire i cittadini dei paesi della Coalizione": si legge nel messaggio ripreso da diversi media arabi e dal gruppo Site, che monitora le attività jihadiste sul web.
Tuttavia, secondo fonti vicine alle indagini citate dal quotidiano Le Figaro, gli inquirenti non hanno per ora trovato alcuna prova concreta che l'attentatore abbia dichiarato la sua adesione o giurato fedeltà all'Isis, come di solito fanno i terroristi prima di morire da martiri. Secondo quanto riporta Le Monde, poi, gli inquirenti stanno portando avanti un intenso e minuzioso lavoro su telefoni e computer ritrovati a casa dell'uomo, ma "non è ancora stato rinvenuto alcun elemento relativo a un suo interesse per la jihad". Sarebbero però emersi, dice sempre il quotidiano citando fonti vicine alle indagini, alcuni nomi "interessanti" e in particolare contatti comuni con Omar Diaby, un jihadista di spicco originario di Nizza, legato però al fronte Al Nusra e non all'Isis. "Ci stiamo lavorando su, ma è ancora troppo presto per trarne conclusioni", precisa una delle fonti, spiegando che finora nessun elemento permette di confermare che queste conoscenze comuni non siano casuali.
ITALIANI DISPERSI - Intanto è stata ritrovata Marinella Ravotti, una degli italiani di cui non si avevano notizie. Era ricoverata nell'ospedale Pasteur, con il volto tumefatto dopo aver subito diversi traumi. La figlia l'ha riconosciuta dagli anelli. Ma si teme per la sorte di una trentina di nostri connazionali, che non sono stati ancora rintracciati secondo quanto ha reso noto l'Unità di crisi della Farnesina. "Non possiamo escludere italiani coinvolti", ha affermato il capo dell'Unità di Crisi della Farnesina Claudio Taffuri. Tre funzionari sono giunti la notte scorsa nella città della Costa Azzurra e sono al lavoro per incrociare i nomi delle varie liste di italiani presenti nell'area.
APPELLO PER COPPIA DI VOGHERA - Sul quotidiano francese online Le Parisien è stata diramata la richiesta di informazioni relativa a Mario Casati e Maria Grazia Ascoli, "soprannominata Graziella".. I due, originari della Brianza, sarebbero stati in compagnia dell'altra coppia, Angelo D'Agostino e Gianni Muset, di Voghera (Pavia) di cui non si hanno notizie da giovedì notte.
"Sull'identità delle vittime non si sa ancora nulla - ha detto, dal canto suo, il console generale a Nizza, Serena Lippi - . Giovedì sera c'erano tanti italiani sulla promenande, ma non sappiamo ancora se qualcuno di loro è tra i morti. La lista ufficiale delle vittime ancora non c'è, gli accertamenti sono complessi e procedono con lentezza. Stiamo quindi aspettando i dati ufficiali". E oggi in città è anche arrivato anche l'ambasciatore italiano in Francia, Giandomenico Magliano. Intanto è stata ritrovata Marinella Ravotti, data per dispersa. Era ricoverata nell'ospedale Pasteur, con il volto tumefatto dopo aver subito diversi traumi. La figlia l'ha riconosciuta dagli anelli.
Tir all'impazzata tra la folla
TRAGICO BILANCIO - Degli 84 morti accertati, sono sedici ancora quelli che non hanno un nome. I feriti sono 202, il più piccolo ha appena sei mesi. "Siamo abituati ad accogliere molti bambini, ma questo è difficile da gestire, soprattutto l'aspetto psicologico", ha spiegato la portavoce della clinica, Stéphanie Simpson, citata da Le Figaro. Sono comunque ancora decine i feriti che versano in condizioni critiche, tra cui almeno cinque bambini. Tra loro uno ha 8 anni e non è ancora stato identificato, ma che potrebbe essere di nazionalità straniera.
ARRESTI - Proseguono poi le indagini sui possibili legami tra l'attentatore Mohamed Lahouaiej-Bouhlel e gli ambienti dell'estremismo islamico. Cinque persone sono state fermate per possibili legami con l'attentato della Promenade, durante un'operazione della 'Brigade de repression d'intervention' portata a termine stamani in un quartiere di Nizza. Da quanto è stato appurato si tratta di persone della cerchia del franco-tunisino. Ed è ancora agli arresti anche l'ex moglie dell'uomo, fermata ieri.
VIDEO - IL MOMENTO DELL'ATTACCO
IL KILLER - Intanto si delinea meglio l'identikit dell'attentatore, che - secondo quanto riporta L'Espress - soffriva di "alterazione della percezione della realtà, quindi di un principio di psicosi". Il quotidiano infatti riporta le parole del dottor Chemceddine Hamouda, che aveva incontrato Mohamed Lahouiaej Bouhlel nell'agosto del 2004, quando aveva solo 19 anni. Secondo lo psichiatra l'attentatore aveva sì forti disturbi mentali ma la strage del 14 luglio si inserisce in un processo di "radicalizzazione parallela». Non è stata la sua psicosi a provocare l'attentato, è la diagnosi del medico, ma «un indottrinamento, un delirio di radicalizzazione" che ha trovato terreno fertile in una persona già disturbata. Al loro primo incontro, Bouhlel era stato accompagnato dal padre dopo che aveva avuto problemi a scuola e in famiglia. Il padre, racconta il medico, "non capiva perché il figlio, fino a quel giorno un ragazzo brillante, fosse divenuto all'improvviso violento nei suoi confronti e svogliato a scuola". Da quel giorno non ha più visto l'autore del massacro di Nizza.