Giovedì 31 Ottobre 2024
ELENA COMELLI
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Attentato a Nizza, la Francia se l'aspettava

Se l'aspettavano tutti, in Francia. Ed è arrivato. L'assalto al 14 luglio, la festa più cara ai francesi, ha fatto decine di morti sulla Promenade des Anglais, a Nizza. Non è un luogo simobolico come Champ de Mars, la spianata sotto la Tour Eiffel, dove si accalcano ogni anno decine di migliaia di persone per vedere i fuochi d'artificio, ma è comunque un simbolo della Francia che si diverte, del Paese più festaiolo del mondo, che risponde al terrore stappando lo champagne.

La strage stavolta è stata fatta con un camion che ha falciato la folla a 80 all'ora per 2 chilometri, sterzando a destra e a sinistra per schiacciare più gente possibile. Ma non si trattava di un pazzo isolato: sul camion c'era almeno un complice che sparava addosso alla gente e ha fatto vittime fin sulla spiaggia, per ora il bilancio è di almeno 75 morti e oltre 100 feriti. Sul camion, secondo una fonte locale, sono state trovate molte armi, fucili e granate, per cui il bilancio avrebbe potuto essere ancora più pesante.

Immediatamente è partita la caccia all'uomo. Il conducente del camion è stato abbattuto dalla polizia alla fine della sua folle corsa, ma il complice che ha sparato è riuscito a dileguarsi.

Sébastien Humbert, sottoprefetto del dipartimento Alpes-Maritimes, ha parlato subito di attentato e ha chiesto agli abitanti di lasciare libere le strade del centro per consentire una più rapida evacuazione dei feriti e un più efficace intervento delle forze dell'ordine. Sulle prime sembrava che fosse in corso anche una presa di ostaggi, che poi è stata smentita. L'attacco, in ogni caso, è stato definito “di grande ampiezza” da Humbert. Sono stati rafforzati i controlli ai confini con l'Italia e il presidente François Hollande è rientrato in gran fretta da Avignone, dove si trovava, a Parigi, per un vertice con il primo ministro Manuel Valls all'Eliseo.

Il timore di altri attacchi dal Califfato è sempre presente in Francia e soprattutto a Parigi: Valls aveva evocato più volte nelle scorse settimane la necessità di vigilare, soprattutto in relazione agli Europei di calcio, che invece per fortuna si sono svolti senza problemi. Il nuovo attacco è il più grave in Europa dopo i 130 morti del 13 dicembre 2015 a Parigi e i 32 morti del 22 marzo 2016 a Bruxelles, commessi dalla stessa cellula legata allo Stato islamico. La reazione di François Hollande allora è stato l'intervento militare in Siria e il varo dello stato d'emergenza in Francia, con una serie di provvedimenti speciali, fra cui la privazione della cittadinanza francese a tutti i colpevoli di atti di terrorismo. Provvedimenti che per adesso, evidentemente, non si sono rivelati molto efficaci, tanto che la popolarità del presidente è ai minimi storici.

Le ripercussioni politiche, alle presidenziali dell'anno prossimo, potrebbero essere devastanti e spingere ancora la crescita della destra xenofoba guidata da Marine Le Pen, in un Paese già molto provato dal terrorismo jihadista. Nella folla sotto la Tour Eiffel, fra uno scoppio e l'altro, l'allegria della giornata di festa era smorzata da un'ombra di paura: saranno fuochi d'artificio o saranno spari?