Giovedì 21 Novembre 2024

"Emma Bertolaso non è un'aguzzina di animali e lo dimostreremo"

Parla Paolo Mocavero, leader di Centopercentoanimalisti, sul sequestro del rifugio di Castelbaldo. "Siamo con lei e non ci fermeremo fino a quando il suo nome non sarà riabilitato"

Paolo Mocavero di Centopercentoanimalisti

Paolo Mocavero di Centopercentoanimalisti

Roma, 7 agosto 2015 - Emma Bertolaso. Se a molte persone questo nome non dice molto, in Veneto lo conoscono tutti. Perché Emma è nota tra gli animalisti dell'intera regione che, da sempre, hanno fatto conto su di lei per sistemare un cane o un gatto, per trovare uno stallo, per escogitare una soluzione d'amore per un animale. Perché Emma gli animali li ama fortemente e a loro ha dedicato la sua vita. Eppure, proprio lei, è diventata oggetto di un provvedimento severo: nel maggio scorso il suo rifugio è stato posto sotto sequestro e gli adorati animali che ospitava sono stati trasferiti altrove. Come se non bastasse, l'operazione è stata condita da titoli forti dei giornali quasi si trattasse, non di una situazione complessa e delicata, ma di un lager dove si procedeva al maltrattamento delle creature viventi. 

Un'impostazione che il gruppo storico padovano Centopercentoanimalisti non ha condiviso e contro cui si è battuto con proteste, sit in, articoli e interventi. "Emma Bertolaso non è una maltrattatrice di animali e lo sanno molto bene tutti gli animalisti veneti e i tanti traditori che, per anni, hanno fatto affidamento su di lei per tenere cani o gatti e adesso le hanno voltato le spalle". E' quanto riferisce Paolo Mocavero, leader storico di Centopercentoanimalisti e fiero sostenitore di Emma. "Le abbiamo fatto una promessa che manterremo: non la lasceremo sola e daremo battaglia fino a quando il suo nome non sarà rivalutato come merita".

Proprio l'onta di quei presunti maltrattamenti pesa su questa donna che ora si trova sola, in casa sua, senza i suoi adorati animali che sono andati a riempire le gabbie di altri canili. Alcuni non li rivedrà mai più perché sono morti. Parliamo con Mocavero di questa strana vicenda che non sembra seguire alcuna forma di logica.

"Certo, il rifugio di Castelbaldo avrebbe avuto bisogno di aiuto. Per pulire, per sistemare. Se si fosse pensato di dare una mano ad Emma per ripulire l'area, saremmo stati pronti a intervenire. Ma dalla necessità di ripulire al trattamento riservato ad Emma come fosse un'aguzzina, c'è una distanza enorme che sicuramente noi di Centopercentoanimalisti non siamo disponibili a percorrere".

C'erano problemi di igiene?

"Sicuramente, perché si è sempre fatta prendere la mano. Perché è buona e ha sempre detto sì a tutti coloro si sono rivolti a lei per ottenere aiuto. Un cane, un gatto, uno stallo urgente e improvviso. E così ha continuato ad accogliere ed è stata sopraffatta dalla situazione. Ma solo perché è troppo buona, non certo perché maltratta gli animali e lo sanno molto bene i signori che si sono fatti belli con i titoli dei giornali sul rifugio-lager. Ma di che cosa parlano? Non esiste proprio".

La conoscete da tempo? "Sì e sappiamo da tempo che cosa Emma fa per gli animali, che cosa ha fatto in tutti questi anni. Non ci sono dubbi sul suo amore sconfinato e queste accuse non le merita proprio"

Ma allora perché sono arrivate le denunce che poi hanno portato al blitz e al sequestro? "Noi qualche idea l'abbiamo. E' stato un piano studiato a tavolino da alcune belle persone che volevano finire sui giornali con lo scoop. I cani maltrattati, le condizioni igieniche incompatibili e via dicendo. Certo, c'erano anche dei cani malati ma Emma li aveva accolti, e li curava come poteva, perché gli altri li avevano rifiutati. Lei ha sempre accolto tutti gli animali, sani o malati che fossero, senza chiedere un euro in cambio. Emma è fatta così e adesso paga questo amore, tutta questa disponibilità concessa anche a persone false, opportuniste..".

Nel vostro tragitto di sigla animalista l'avete incrociata parecchie volte? "Assolutamente sì e l'abbiamo anche aiutata, quando è stato possibile, dando una mano nel suo rifugio oppure facendo raccolte solidali di fondi. Lei non riusciva a stare dietro a tutti i suoi ospiti eppure non riusciva, allo stesso modo, a rifiutarli sulla porta. Così si è creata questa situazione".

E' stato scritto che c'erano i cani morti nel congelatore.. "Certo, perché se un animale moriva per i suoi problemi congeniti, lei non aveva i soldi per chiamare subito il servizio di smaltimento. Aspettava di consegnare più di un corpo, magari, per risparmiare sulle spese. Ma nei rifugi fanno tutti così non è certo Emma la sola. E' una prassi, nulla di altro. Anche su questo aspetto c'è un particolare singolare: il giorno dopo il blitz in pompa magna contro il "lager", era previsto l'arrivo del servizio di smaltimento. Ma qualcuno lo sapeva e ha preferito intervenire prima, per trovare il congelatore pieno.."

Si tratta di accuse pesanti che fanno pensare ad una vera macchinazione. E, alla fine, di mezzo ci vanno sempre gli animali. Avete prove di quanto andate sostenendo? "Abbiamo diverse prove e altre le stiamo raccogliendo. Non è certo finita qui la vicenda. Il nome di Emma deve essere riabilitato e si deve ristabilire la verità. Non è certo un caso se, con noi in questa battaglia, abbiamo trovato anche tanti cittadini che conoscono bene Emma e sanno quale persona è".  

Quindi farete ricorso contro il sequestro? "Faremo tutto, non ci fermeremo. Arriveremo fino in Cassazione se necessario. Emma da sola non potrebbe ma noi siamo al suo fianco e non lasceremo certo che chi ha pensato questa orrenda trappola possa passarla liscia. Ci sono interessi oscuri, dietro. E noi li porteremo alla luce e dimostreremo come stanno effettivamente le cose. Abbiamo l'assistenza legale che serve, abbiamo i mezzi e soprattutto abbiamo una fortissima determinazione. La vicenda di Emma non finisce qui. A volte persone fragili e sole che finiscono in questi meccanismi infernali si arrendono e lasciano fare. Magari non hanno neanche i soldi per presentare i ricorsi. E' in questo modo che i prepotenti e i bugiardi hanno la meglio. Ma Emma no. Con Emma ci siamo noi e, come in ogni nostra battaglia, non molleremo".

Silvia Mastrantonio