Domenica 17 Novembre 2024

Roma, flash mob animalista contro i nuovi box delle botticelle

Animalisti italiani, Ava, Avcpp, Enpa, Lav, Oipa si sono ritrovati a Villa Borghese per contestare la spesa di oltre un milione di euro per le nuove stalle e chiedere al Comune di fermare questo tipo di trasporto

Un momento della protesta al Pincio

Un momento della protesta al Pincio

Roma, 6 marzo 2015 – Travestiti da cavalli, con bandiere, fischietti, magliette “STOP botticelle”, oggi i volontari degli Animalisti Italiani, AVA, AVCPP, ENPA, LAV, OIPA si sono dati appuntamento davanti al cantiere delle nuove scuderie delle botticelle, nel cuore di Villa Borghese al Pincio. “Su platee di calcestruzzo sono stati costruiti 121 box per il ricovero dei cavalli impiegati per il traino delle botticelle in mezzo al traffico cittadino – hanno denunciato in coro – Utilizzando la parole magiche «trasferimento temporaneo di carrozzelle nell’area dell’ex galoppatoio di Villa Borghese» sono stati spesi 1.350.000 euro pubblici per gli interessi privati di 38 vetturini. Ed è stato calpestato il Piano Territoriale Paesistico della Regione Lazio che vieta l’installazione di qualsiasi struttura all’interno di parchi, ville e giardini storici e la Legge Regionale 6 luglio 1998 n.24 che ammette a Villa Borghese solo interventi che riguardano esclusivamente la conservazione, la manutenzione ed il restauro”.

Allo stato attuale, tutta l’area prospiciente l’ex Galoppatoio di Villa Borghese, una intera collina del Pincio di circa 2 ettari di dimensioni, è stata sventrata e deturpata. Il tutto con la benedizione della Sovrintendenza, del Comune e della Regione. “Non è accettabile – accusano gli animalisti – consentire a 38 vetturini privati di continuare a guadagnare senza fattura, grazie ad una tradizione obsoleta e crudele che tantissimi romani vogliono cancellare, tanto è vero che sono più del doppio del necessario le firme raccolte sulla delibera di iniziativa popolare contro le botticelle consegnate in Campidoglio lo scorso 27 febbraio. Non è accettabile che nel tempo si sia impegnata la somma di 1.350.000 euro di fondi pubblici per realizzare le nuove scuderie per garantire la sopravvivenza delle botticelle. Tutto questo mentre si chiudono canili e gattili comunali delegando strutture private all’accoglienza dei randagi, ed il Bilancio di Previsione 2015 riduce il budget dell’Ufficio Tutela Animali da 7.5 milioni di euro a 5.4 milioni di euro. Ma la vicenda delle scuderie è anche un ferita per tutta la città, a causa dello scempio di un bene paesaggistico protetto come Villa Borghese, una villa storica sede di sette musei, tutelata dall’Unesco e dalla Carta di Firenze che equipara le ville storiche a monumenti e le rende inedificabili, e decretata zona SIC (sito di interesse comunitario). Chiediamo lo smantellamento dello scempio ed il ripristino dei luoghi al loro assetto originario”, concludono gli animalisti romani.

Anche il Coordinamento Residenti Città Storica si schiera contro l'impropria invasione di casette-chalet-scuderie nel cuore di villa Borghese costruite per pochi privati con molti soldi pubblici in contraddizione alle norme tecniche del PRG ed al Codice dei Beni Culturali. "Quello che chiamano “trasferimento temporaneo" di carrozzelle nell’area dell’ex galoppatoio di Villa Borghese, è in realtà un'operazione costata ai romani  ben 1.350.000 euro di denaro pubblico con l'installazione di 121 box per il ricovero dei cavalli. Il tutto senza tenere conto del Piano Territoriale Paesistico della Regione Lazio e di tutti gli altri vincoli paesaggistici in una delle più belle ville storiche romane. E' inaccettabile".

 Lo ha detto la senatrice di SEL Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto, che ha presentato un'interrogazione in merito al Ministro Franceschini e che oggi si associa al Flash mob delle associazioni animaliste. "Per questo, vorrei sapere dal ministro dei Beni Culturali  se  è a conoscenza dello scempio avvenuto e come sia stato possibile che la Sovrintenza abbia concesso l'autorizzazione alla costruzione dei box, in evidente contrasto con le norme del Codice dei beni Culturali e del paesaggio, in particolare riguardo alla tutela e alla salvaguardia della più importante e storica villa romana che impone per i giardini dichiarati di interesse storico-artistico il divieto di distruggerli, danneggiarli o adibirli ad usi non compatibili con il loro carattere storico-artistico o comunque tale da pregiudicarne la conservazione. Chiedo quindi con forza  al Ministro di attivarsi nel più breve tempo possibile trovando in prima istanza, d'intesa con il comune, una nuova collocazione delle casette-chalet-scuderie per poi  intervenire al fine renderne possibile la demolizione e il ripristinare dello stato della Villa". "Mi auguro infine - ha concluso De Petris - che si discuta immediatamente in Consiglio Comunale la delibera, firmata da oltre 10 mila cittadini romani, per dire no alle botticelle e  riconvertire le licenze dei vetturini in altre attività di trasporto". Per contatti con la nostra redazione: [email protected]