Roma, 9 novembre 2016 - Nelle dichiarazioni e nelle posizioni di Donald Trump e dei suoi principali sostenitori «c'è una sottovalutazione del problema ambientale in genere, a partire da quello climatico, che è certamente il più importante», ma almeno «nell'immediato» non ci saranno «ripercussioni» sulle politiche ambientali americane. Così Sandro Fuzzi, dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Isac) del Cnr di Bologna, commenta l'esito delle elezioni Usa. «L'accordo sul clima di Parigi è già approvato», spiega il climatologo, «e la forza trainante per la sua approvazione definitiva è stata proprio l'accordo raggiunto tra i due principali inquinatori, Cina e Stati Uniti».
L'esito del voto per Fuzzi non influenzerà la Cop22, visto che la nuova amministrazione entrerà in carica a gennaio: a Marrakech «le decisioni verranno prese da rappresentanti americani che sono ancora dell'amministrazione Obama». «Il punto vero», aggiunge il climatologo, è che le posizioni di Trump su ambiente e clima, ad esempio la definizione del riscaldamento globale come una «truffa» dei cinesi, «denotano anche una preoccupante ignoranza di questi problemi». «Fermo restando che una cosa è la campagna elettorale e un'altra è l'amministrazione», conclude, le reali ripercussioni di queste posizioni «le vedremo solo vivendo». Per contatti con la nostra redazione: [email protected]