ABBIAMO rischiato tutto e tutti insieme. Lo abbiamo fatto in bianco e nero con il fiato sospeso. Poteva andar male di brutto, è andato di un bene che quasi quasi non ci crediamo. Se fosse andato male avremmo sciupato per sempre una pagina di storia della televisione e dell’Italia. Di un’epoca in cui il televisore in cucina erano focolare. O nel tinello, comprensivo di bar, era status e Stato. Quelli erano i giovedì del silenzio sovrano davanti ad un nozionismo commovente, senza alcuna eco grazie alla mediocrità fenomenologica di Mike Bongiorno. Una cattedrale di risposte secche, partorite dalla vertiginosa memoria del professor Inardi, e di Lusetti che lo scalzò, della signora Longari, di Fabbricatore che da Fazio, l’altro ieri, era divertitissimo. E tutto il resto d’Italia pur ignorando abbastanza di storia, letteratura, geografia, aspettava l’approvazione del signor No per veder ripagati il sacrificio, l’applicazione, e quel che di prodigioso vi era in quei bravi signori in cuffia.
POI ci chiediamo, ma l’altro ieri abbiamo rischiato per davvero o abbiamo semplicemente reiterato un sondaggio Istat? Lo stesso che da qualche anno ci restituisce un’Italia paese di vecchi. E la rete nazionale, come avrebbe detto il buon Mike, non ha pertanto l’obbligo di tener loro compagnia, senza affaticarli? - Per un minuto guardo lo schermo e per un altro pesco nei ricordi -. Il jingle di Rischiatutto, l’altra sera su Raiuno con Fazio, ha echeggiato il battito delle case che furono. E non quelle del dopoguerra, anche se il bianco e nero fa sembrare quei programmi più vecchi di quel che sono, e neanche gli anni sessanta, ma l’inizio dei settanta. Di lì a poco anche l’austerity. E le auto ferme. E che fai con un popolo vecchio? Raccogli la sua vocazione al ricordo nella faccia del notaio. Il suo scrigno di risate in Frassica che è pur sempre l’alter ego di Don Matteo. L’affetto per Conti chiamando suoi succedanei, De Sica, Frizzi e Cuccarini. L’amicizia riposta in Maria De Filippi. E una valletta, giovane attrice italiana. Perché anche e soprattutto un paese anziano fa bene a reclamare un paio di eleganti occhi chiari che ti dicono vita. E giovinezza. Come il paese giovane e post-sessantottino d’allora reclamò la minigonna della Ciuffini nonostante la Rai andasse di Fanfani e di censure.